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La telemedicina è nata da un'idea di Marconi e del suo medico


A Guglielmo Marconi e Guido Guida si deve l'idea che portò alla sperimentazione della diagnosi via radio. Il medico salvò lo scienziato da un attacco di asma
'Sposiamo la tua medicina e la mia invenzione per salvare delle vite'. C'è una intuizione di Guglielmo Marconi, inventore della radio, e del medico che lo salvò da un attacco d'asma, Guido Guida, all'origine della telemedicina. A Guglielmo Marconi e Guido Guida si deve infatti l'idea che portò alla sperimentazione della diagnosi via radio, progenitrice della moderna telemedicina.

I due pionieri si conobbero poco prima del '20 quando Guida, che era medico, soccorse Marconi in preda a un grave attacco d'asma. In un successivo incontro, nel 1920, Guida raccontò all'inventore delle trasmissioni radio del grave lutto che lo aveva da poco colpito: il padre, armatore e proprietario di una flotta di pescherecci in Sicilia, era morto dissanguato a bordo di un battello. 'Sposiamo la tua medicina con la mia invenzione - disse - perché questo non accada ad altri'. Quello stesso anno, a New York nacque il primo centro radio medico del mondo. E quindici anni dopo, Guida e Marconi poterono inaugurare il Cirm, il Centro internazionale radio medico di Roma.

Era il '35, e la medicina via radio sperimentava varie difficoltà, legate sia alle descrizioni poco esaustive dei sintomi fatte dai pazienti, sia dalle comunicazioni, spesso disturbate da interferenze e dalle interruzioni dei ponti radio. Oggi, la foto a colori di una gamba gonfiata da una grave flebite e trasmessa via e-mail al Cirm può salvare la vita di un marinaio che si trovava su un cargo in mezzo al mare. Attraverso il centro radio del Cirm, i marinai che si ammalano a bordo di un cargo nel Mar della Cina possono trasmettere immagini a uno specialista che si trova a Roma o a Genova e ricevere una diagnosi immediata e salvavita.

Nel 2002, il Cirm ha fatto curare via satellite oltre mille marinai impegnati a bordo di mercantili, petroliere e portacontainer. Traumi e ferite per incidenti a bordo sono state le prime cause di richiesta di soccorso, seguiti da patologie collegate all' apparato digerente. Il 34% delle patologie sono state seguite e curate attraverso messaggi inviati via e-mail e corredati da immagini che si sono spesso rivelate decisive per risolvere i casi più delicati. La foto della gamba di un marinaio gonfiata da una pericolosa flebite ha infatti subito fatto cambiare rotta a un cargo e ha salvato la vita al paziente. In un altro caso, una ulcera a una gamba si è rivelata in via di guarigione dopo l'analisi di una fotografia: la diagnosi ha consentito al paziente di attendere con serenità la fine della convalescenza e al comandante del naviglio di risparmiare migliaia di euro proseguendo sulla rotta prestabilita senza dover raggiungere il primo porto.

Su navi crociera, traghetti e grandi imbarcazioni da diporto, spesso dotate di sale mediche e chirurgiche, la telemedicina consente oggi di trasmettere dati relativi a elettrocardiogrammi o spirometrie a centri medici che, a terra, possono eseguire diagnosi più approfondite e sicure. Tra i fruitori del servizio c'è anche il navigatore solitario Giovanni Soldini. 'A bordo si porta di tutto - ha detto il velista milanese - ma spesso ci si dimentica di particolari essenziali, come una borsa medica di pronto soccorso, e ci si ritrova in mezzo al mare senza aiuto'. Soldini ha ricordato che 'oggi a bordo ci sono telefoni,computer e tecnologie che consentono facilmente, e a costi del tutto ragionevoli, l'accesso ai servizi di telemedicina. Le norme per la tutela della salute a bordo - ha detto - sono però ferme a 100 anni fa. Oggi la cassetta del pronto soccorso obbligatoria è uno scatolino che contiene appena cotone e un laccio emostatico'.
04 luglio 2003



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