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Nobel per la fisica ai pionieri della superconduttività e della superfluidità


Il premio è stato assegnato ad Alexei Abrikosov, Vitaly Ginzburg e Antony Leggett per 'i loro contributi pioneristici alla teoria dei superconduttori e dei superfluidi'
Il Nobel 2003 per la fisica premia i pionieri della superconduttività e della superfluidità. Il russo-americano Abrikosov (75 anni) e il britannico-americano Leggett (65 anni) lavorano negli Stati Uniti in laboratori nell'Illinois, mentre il russo Ginzburg (87 anni) lavora all'istituto Lebedev di Mosca. Ai tre andrà un premio di dieci milioni di corone pari a 1,3 milioni di dollari.

Le ricerche di base condotte da Alexei Abrikosov, Anhony Leggett e Vitaly Ginzburg hanno gettato le basi teoriche dalle quali oggi derivano applicazioni importanti in settori molto diversi. Le ricerche sulla superconduttività, ad esempio, hanno avuto ricadute fondamentali nella medicina, con le apparecchiature per la risonanza magnetica, e nella fisica, con la realizzazione degli acceleratori di particelle. Gli studi sui liquidi superfluidi sono la base che permette di comprendere nei dettagli il comportamento della materia.

Entrambi questi ambiti di ricerca hanno origine da fenomeni tipici della fisica quantistica. La prima scoperta relativa alla superconduttività, premiata con il Nobel nel 1972, aveva indicato che, a temperature molto basse (pochi gradi al di sopra dello zero assoluto) alcuni metalli possono essere attraversati da correnti elettriche senza opporre alcuna resistenza ed invasi in modo uniforme da un campo magnetico: erano i superconduttori di tipo I. Non possono però essere attraversati da campi magnetici troppo elevati, altrimenti perdono le loro proprietà superconduttive.

Abrikosov e Ginzburg hanno in seguito scoperto che esistono altri materiali che, alle stesse temperature, permettono di mantenere le loro proprietà superconduttive in presenza di forti campi magnetici: i superconduttori di tipo II. Alexei Abrikosov è stato il primo a comprendere questo fenomeno, sviluppando una teoria ideata in precedenza da Vitaly Ginzburg e Lev Landau (Nobel per la fisica nel 1962, per ricerche condotte in altri settori).

Decisivo per lo sviluppo dei moderni superconduttori è stato il contributo di Anthony Leggett, che negli anni '70 riuscì a spiegare la superfluidità. Scoprì che la viscosità dell'elio liquido svanisce alle basse temperature e riuscì a spiegare il modo in cui gli atomi si comportano in questo stato particolare della materia, che chiamò superfluido, passando da uno stato di ordine ad uno di caos. Oggi queste ricerche sono considerate di particolare importanza anche per la fisica delle particelle e la cosmologia.

Sebbene queste teorie risalgano alla fine degli anni '50, sono sempre state un punto di riferimento per le ricerche sulla superconduttività e ancora oggi sono alla base di applicazioni cruciali. Oggi tutti i superconduttori utilizzati (dalla medicina alla fisica) sono di tipo II e possono funzionare con campi magnetici molto intensi.

C'è un filo rosso che lega i Nobel assegnati alla fisica a quelli assegnati alla medicina, per le ricerche sulla risonanza magnetica nucleare: la superconduttività - ha osservato il presidente dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Enzo Iarocci - ha aperto la strada alla possibilità di avere a disposizione sia i magneti superconduttori per gli acceleratori di particelle, sia di far funzionare le apparecchiature per la risonanza magnetica. Grazie a questi studi oggi è possibile realizzare l'LHC, il Large Hadron Collider, il grande acceleratore in allestimento in un anello sotterraneo di 27 chilometri di diametro al Cern di Ginevra e la cui entrata in funzione è prevista nella prima metà del 2007. Nell'LHC, le scoperte di Abrikosov e Ginzburg si traducono nei mille magneti superconduttori: un progetto, questo, nel quale l'Italia è impegnata in prima fila. L'acceleratore LHC, ha detto ancora Iarocci, 'è probabilmente la più imponente applicazione della superconduttività, sia per la mole del progetto sia per l'intensità del campo magnetico utilizzato'.
13 ottobre 2003



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