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Ricostruita la mappa fisica dei cromosomi della vite


Una ricerca genetica che ha dato un risultato di valore mondiale, con ricadute sia sulla salute dell'uomo che sull'ambiente
L'Istituto Agrario di San Michele all'Adige è riuscito a ricostruire la mappa fisica dei cromosomi della vite. Si tratta di un risultato di interesse mondiale, che sarà presentato alla stampa scientifica il 9 ottobre prossimo e che è stato anticipato nei giorni scorsi a Trento dal coordinatore del progetto e dai vertici dell'Istituto Agrario.

La mappa fisica, ha spiegato Riccardo Velasco, coordinatore del gruppo di ricerca formato da una dozzina tra ricercatori e borsisti, consente di passare da informazioni sulla localizzazione dei geni utili fatta in termini probabilistici (la mappa molecolare) a precise indicazioni relative alle loro distanze fisiche reali, ricostruendo singolarmente ogni cromosoma. Nell'affrontare la tematica ci si è avvalsi dell'esperienza maturata negli Stati Uniti dal professor Michele Morgante del dipartimento di genetica vegetale dell'Università di Udine, che ha recentemente prodotto la mappa fisica del mais.

La sinergia tra Università di Udine e Istituto Agrario di S. Michele all'Adige ha prodotto il salto di qualità che dalla mappa molecolare ha portato alla mappa fisica. Sono stati necessari 60 mesi di lavoro di ricercatori e tecnici ed il supporto tecnologico di sofisticate apparecchiature utilizzate per circa 3.200 ore. Al momento attuale sono stati raggiunti tre quarti degli obiettivi prefissati e il lavoro dovrà essere completato, ha spiegato Giovanni Gius, presidente dell'Istituto Agrario.

Le ricadute attese in viticoltura sono rilevanti. Le potenzialità fino ad ora espresse dalla genetica molecolare nella classificazione e caratterizzazione fine dei vitigni coltivati potrà essere notevolmente implementata. Il supporto al settore del miglioramento genetico tradizionale è quello maggiormente atteso.

Le conoscenze acquisite consentiranno infatti di identificare quelle porzioni del genoma responsabili dei tratti agronomici più interessanti ed utilizzare queste informazioni per la costituzione di nuove varietà con diverse caratteristiche rispetto a quelle esistenti, oppure vitigni più resistenti alle malattie nel caso in cui si riesca a individuare i geni responsabili di una pronta ed efficace risposta ad attacchi di organismi patogeni. Infine in rapporto all'ambiente ed alle tecniche agronomiche utilizzate si potranno osservare le influenze che i vari parametri hanno sulla produzione, ottenendo così informazioni sull'intervento ottimale dell'uomo nelle varie situazioni climatiche e pedologiche.

I risultati raggiunti a S. Michele pongono le basi per un ulteriore salto di qualità, nell caso in cui un consorzio di istituzioni nazionali o sovranazionali volesse intraprendere il sequenziamento completo del genoma della vite. Come avvenuto per il genoma umano, la cui completa lettura è stata pubblicata nel febbraio 2001, una volta ottenuta la mappa fisica dei cromosomi è possibile riuscire a ''leggere'' l'intero contenuto informativo del DNA della specie in esame. Anche con il sequenziamento del genoma della vite si possono immaginare ricadute di notevole entità, con conseguenze positive sull'alimentazione e sull'ambiente, con un intervento sempre meno affidato ai pesticidi o ai diserbanti e sempre più fondato nell'interazione ottimale tra la pianta ed il suo ambiente.
10 ottobre 2003



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