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Scoperto nell'uomo un virus delle scimmie simile all'Aids


I ricercatori stanno ora studiando la sua potenziale pericolosità, anche considerando che in alcuni paesi gli indigeni continuano a cibarsi di carne di scimmia
Si chiama spumaretrovirus il virus delle scimmie individuato per la prima volta nell'uomo. Lo hanno scoperto ricercatori africani e statunitensi, che hanno assistito per la prima volta in un ambiente naturale alla trasmissione di un retrovirus dagli animali all'uomo. E' stato osservato cioè (e descritto sulla rivista The Lancet) un passaggio simile a quello che avrebbe dato origine all'Aids.

Secondo gli esperti, la caccia e l'abitudine di cibarsi di questi animali in Africa sta continuando a diffondere all'uomo varie forme virali, tra cui forse quelle da immunodeficienza delle scimmie (SIV), che in passato potrebbero essere state il tramite per la nascita dell'HIV, e di spumaretrovirus (SFV), come testimoniato per la prima volta in questo studio. Per quanto non si conosca ancora l'entità del rischio associato alla zoonosi (malattia infettiva animale trasmissibile all'uomo) di SFV, dichiara il coordinatore della ricerca Nathan Wolfe della Johns Hopkins University che ha lavorato con scienziati del Eitel Mpoudi-Ngole presso il Centro Medico Militare di Yaounde in Cameroon, queste pratiche cui le popolazioni rurali africane sono costrette per motivi di sopravvivenza potrebbero giocare un ruolo determinante nell'insorgenza di nuovi retrovirus umani.

Un ceppo di SFV, ipotizza l'esperto, potrebbe ad esempio determinare la nascita di una nuova emergenza infettiva per l'umanità come in passato è stato per l'HIV. Lo studio che ha instillato il dubbio di questa nuova minaccia di malattie emergenti deriva dall'esame di 1.800 persone in comunità rurali del Cameroon, di cui 1100 hanno dichiarato di essere venuti in contatto con sangue o liquidi organici delle scimmie in seguito a pratiche di cacciagione e macellazione. Mediante analisi del sangue, gli scienziati hanno trovato che il sangue di 10 di questi individui aveva anticorpi contro tre tipi geograficamente distinti di SFV, acquisiti da mandrilli, gorilla e cercopiteco.

Mandrillo e cercopiteco, sottolineano gli esperti, sono animali a rischio in quanto infettati spesso con SIV, virus 'cugino' dell'HIV. Questi risultati dimostrano che i retrovirus passano normalmente da scimmie a uomo in Africa, diversamente da quanto supposto finora e cioè che questo pericolo fosse circoscritto al personale degli zoo e dei centri di ricerca sui primati. Cacciare le scimmie per loro è una scelta obbligata, non hanno alternative per sfamarsi, denuncia Wolfe, 'se però pensiamo alle vite perse e ai miliardi spesi nel tentativo di combattere l'Aids - aggiunge - il costo di ridurre questo tipo di macellazione per prevenire un'altra pandemia sembra un investimento ragionevole'.
01 aprile 2004



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