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Anidride carbonica come solvente nelle lavanderie a secco


Gli inquinanti e pericolosi solventi clorinati impiegati per il lavaggio industriale dei vestiti potrebbero essere sostituiti da anidride carbonica liquida
Oltre centomila attività commerciali di lavaggio a secco sparse per il mondo potrebbero presto abbandonare i pericolosi solventi impiegati fino ad oggi per adottare la meno pericolosa anidride carbonica in forma liquida, senza rischi per gli operatori e per l'ambiente e al di fuori di severe restrizioni normative. Il procedimento è stato messo a punto dalla Linde Gas (del gruppo multinazionale ICI, Imperial Chemichal Industries)

I vantaggi di questa nuova soluzione ricadrebbero anche sui consumatori, in quanto con l'anidride carbonica sarà possibile lavare anche capi che prima richiedevano trattamenti particolari, come quelli in pelle o pelliccia. L'anidride carbonica in soluzione è infatti a bassa densità e non danneggia le fibre, il processo si svolge inoltre a bassa temperatura per tutta la durata del ciclo.

Il risultato sperimentale sta già per essere adottato in alcuni Paesi. Con il nome Hanger, ovvero attaccapanni, la svedese AGA, azienda leader nella produzione di gas, apre in questi giorni a Täby, a nord di Stoccolma, la prima lavanderia industriale che utilizza anidride carbonica al posto delle normali sostanze chimiche.

Il processo consente inoltre il riutilizzo di un gas che normalmente viene disperso in atmosfera, contribuendo all'aumento dell'effetto serra. Gli scarichi di CO2 provenienti dai processi industriali che normalmente finirebbero nell'atmosfera, vengono usati al posto del percloroetilene, sostanza organica con potere dissolvente comunemente utilizzata nelle lavanderie a secco e che può avere effetti nocivi sul sistema nervoso e sui reni. Al contrario, la CO2 non ha effetti nocivi sull'uomo, se non in dosi massicce. Secondo Jan Hamrefors, capo del progetto, il sistema è doppiamente efficace, consentendo anche un risparmio del 90% dell'energia elettrica oggi utilizzata. Il costo per kg di bucato, però, non scenderà a causa dei maggiori costi per la costruzione delle macchine per lavare. Il progetto mira inoltre ad assecondare le tendenze che porteranno all'abolizione del percloroetilene come detergente per le lavanderie a secco.
01 aprile 2004



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