Newton
 Newton.club  
 Utente:  
 Password:
Registrati  
  METEO | ANNUNCI | TRAFFICNEWS
Cerca nel sito nel web con
Primopiano Speciali Curiosità Archivio Recensioni Newton
 news
 appuntamenti
 video del mese


 quiz d'intelligenza
 test
 domande/risposte
 sondaggio
 scommetti sul futuro

 video e audio
 download
 link
 arretrati

 libri del mese
 libri per ragazzi
 libri in pillole

 in edicola
 newsletter
 abbonamenti
 abbonamenti estero
 newton nel mondo
 allegati

CONTATTACI   PUBBLICITA'
Altre news
Il tappeto volante (mini) esce dalla fantasia e entra nella realtà
Arriva un pronto soccorso naturale ripara-muscoli
Il subcontinente indiano patria dei rifiuti elettronici
Primo volo dell'aereo sperimentale Boeing "tutt'ala"
Archivio
  2007
  2006
  2005
  2004
  2003
  2002
News
La capsula "polvere solare" si schianta nel deserto Usa


Altro fiasco della Nasa per la mancata apertura del paracadute del veicolo che stava riportando a Terra legerissime particelle che costituiscono il "vento solare"
GUARDA IL FILMATO

I piloti di Hollywood non hanno garantito il lieto fine: si è schiantata nel deserto dello Utah, in una nuvola di polvere, la capsula spaziale della sonda interplanetaria Genesis che riportava sulla Terra la preziosa "polvere solare".

Ma la colpa non è dei piloti d'elicottero strappati dalla Nasa ai set cinematografici per catturare al volo, con un gancio (nella foto una simulazione del recupero), la capsula dalla forma di frisbee che avrebbe dovuto scendere sul nostro pianeta frenata dalla apertura di un paracadute. L'ente spaziale aveva dovuto rivolgersi a Hollywood perché l'aviazione militare Usa non ha più, come in passato, piloti specializzati nel catturare al volo i dati raccolti dagli aerei-spia.

Qualcosa non ha funzionato e il paracadute non si è mai aperto, trasformando la capsula in un asteroide che si è schiantato a tutta velocità nel deserto, scavando una buca circolare nel suolo.

Per 27 mesi, la sonda Genesis, in un esperimento costato 260 milioni di dollari, è rimasta nello spazio nella zona dove le forze gravitazionali della Terra e del Sole si annullano a vicenda catturando nel "vento solare" le microscopiche particelle provenienti dalla stella che illumina e riscalda il nostro pianeta.

Catturate da fragili sensori composti di materiali purissimi - oro, diamanti, zaffiro e silicone - i microscopici grani avrebbero potuto rivelare agli scienziati della Nasa come era nato il Sole e come si era formato il nostro Sistema Solare. Sarebbe stata la prima volta, dall'epoca delle sonde lunari americane e sovietiche, che campioni spaziali (pur microscopici) venivano catturati e riportati sulla Terra da veicoli costruiti dall'uomo.

La fragilità dei sensori aveva indotto la Nasa a studiare un impatto super-morbido per la capsula contenente il prezioso bottino: elicotteri muniti di un gancio lungo sei metri dovevano recuperare al volo la capsula frenata dall'apertura di un paracadute. Una manovra difficile che due piloti d'elicottero specializzati in film spettacolari, Cliff Fleming e Dan Rudert, avevano provato e riprovato per sei anni, consapevoli di essere chiamati dalla Nasa allo "stunt" più spettacolare della loro carriera.

Ma il copione stile Hollywood ha preso una piega a sorpresa, deviando dal previsto lieto fine, quando nella delicata fase di rientro il paracadute non si è aperto. I due piloti hanno assistito impotenti i loro ganci, diventati inutili, alla fase finale della missione: la capsula sganciata da Genesis, ruotando rapidamente su se stessa, è precipitata a tutta forza nel deserto dello Utah, conficcandosi per oltre metà nel terreno, per la violenza dell'impatto. Il bottino di Genesis era previsto in soli 10-20 microgrammi di "polvere di stelle", una quantità comunque sufficiente per tenere gli scienziati responsabili del progetto impegnati per i prossimi cinque anni.

Lanciata l'8 agosto 2001, Genesis ha viaggiato per tre milioni di chilometri, e doveva aprire il suo paracadute a 33 chilometri di altezza. La capsula (una sorta di scatola dalle dimensione di 152 centimetri per 81 e pesante due quintali) doveva assere agganciata da uno degli elicotteri servendosi di gigantesco uncino. Una volta catturata, la capsula doveva essere trasportata in una camera sterile in una base dell'Aeronautica e da lì in un laboratorio del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa. All'interno della capsula di rientro si trovavano sottilissime "mattonelle" esagonali di silicio puro, oro, zaffiro, diamante: in questa sorta di prigione spaziale sono state intrappolate la particelle del vento solare. La sonda Genesis le ha catturate lavorando ininterrottamente per 850 giorni, dal 3 dicembre 2001 al primo aprile 2004.

Gli scienziati della Nasa cercheranno adesso di recuperare i delicati sensori (giudicati troppo fragili per un atterraggio paracadutato) nella speranza che sia rimasta qualche traccia della microscopica "polvere solare". Ma tutto lascia pensare che la missione della sonda Genesis, dopo tre anni di viaggio nello spazio per catturare il suo microscopico bottino, sia finita con un clamoro fallimento: la "polvere del sole", come la polvere d'oro di tanti film western, si è dispersa per sempre nel vento del deserto.

Genesis ha un fratello gemello: dal 1999 un'altra sonda è in giro per il nostro Sistema Solare. Si chiama Stardust, ha incrociato tre comete e ha raccolto la polvere delle loro code. La capsula con le particelle catturate da Stardust sarà sganciata sul nostro pianeta, sempre nel deserto dello Utah, il 15 gennaio 2006.
09 settembre 2004



Copyright 2008 © Rcs Periodici Spa - Direttore Responsabile: Giorgio Rivieccio
Per la pubblicità contatta RCS pubblicità SpA - P.IVA:09649920155