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Successo confermato per il primo aereo orbitale privato


E' riuscito l'assalto decisivo alla frontiera dello spazio da parte del primo team privato spaziale della storia che vede un consorzio con il costruttore Byrt Rutan e il finanziatore Paul Allen
Mettendo a segno sopra il deserto californiano del Mojave il tentativo decisivo previsto dal regolamento di un insolito premio spaziale, un team privato americano è diventato l'apripista della corsa alle stelle. La navicella SpaceShipOne, con a bordo il pilota Brian Binnie, ha superato per la seconda volta la barriera dei 100 km di quota sui cieli sopra il deserto californiano del Mojave. Con questa impresa, il team guidato dal progettista Burt Rutan e dal miliardario Paul Allen (ex Microsoft) si aggiudica l'Ansari X-Prize, il premio da 10 milioni di dollari per il primo successo sulla via del turismo spaziale privato.

Peter Diamandis, l'imprenditore che a St.Louis ha ideato il premio ispirandosi a quello che negli anni Venti spinse Charles Lindbergh ad attraversare l'Atlantico sul monomotore 'Spirit of St.Louis', ha detto che i 10 milioni di dollari saranno consegnati con una cerimonia ufficiale a novembre.

Secondo Diamandis, le prime rilevazioni indicano che SpaceShipOne è andata ben oltre i 100 km di quota e ha segnato un nuovo record spaziale per le imprese private. Il 21 giugno scorso il pilota Mike Melvill aveva portato la navicella per la prima volta oltre i 100 km di altezza, là dove è stata fissata per convenzione la frontiera dello spazio, diventando il primo astronauta privato della storia.

Melvill ha ora ripetuto l'impresa, così come previsto dal regolamento dell'X-Prize. Il premio è stato messo in palio per chi riuscisse a mandare nello spazio suborbitale una navicella con un pilota e due turisti - o un peso equivalente - ripetendo l'impresa con lo stesso velivolo nel giro di due settimane, per dimostrare la fattibilità del turismo spaziale.

Il copione si è ripetuto per la terza volta dal 21 giugno, quando SpaceShipOne riuscì per la prima volta a raggiungere lo spazio suborbitale con a bordo il pilota sessantenne Mike Melvill. Stavolta Melvill era ai comandi del White Knight, un avveniristico jet disegnato da Rutan che ha il compito di portare la navicella - appesa sotto la pancia - fino a circa 15 mila metri di quota. Come nelle due precedenti imprese, a quell'altezza la navetta si è sganciata e il pilota Brian Binnie, un altro degli 'assi volanti' della scuderia di Rutan, ha acceso il razzo del velivolo e si è lanciato in un'ascesa mozzafiato verso lo spazio. Con lui a bordo c'era il peso equivalente a due turisti, come prevedeva il regolamento.

SpaceShipOne, grande come un'auto monovolume, stavolta non è stata sottoposta al rollaggio che aveva provocato brividi la settimana precedente e ha raggiunto un'altitudine di 114,64 chilometri, battendo un record che resisteva dal 1963, quello messo a segno dal velivolo ipersonico X-15 della Nasa. Dopo pochi minuti di assenza di gravità e di panorama mozzafiato, Binnie ha cominciato la discesa verso Terra, un rientro con le modalità di un aliante a una velocità che a tratti ha toccato tre volte quella del suono.

Allen e Rutan hanno intanto stretto un'alleanza con sir Richard Branson, il patron delle linee aeree Virgin, per lanciare entro cinque anni i primi viaggi spaziali commerciali. Signori e signore, allacciate le cinture di sicurezza e preparate il libretto degli assegni: scattare qualche foto-ricordo dallo spazio è un sogno che sta diventando realtà, anche se la vacanza durerà solo pochi minuti e i prezzi sono proibitivi. Dal 2007, Branson conta di portare nel giro di cinque anni i primi 3.000 turisti nello spazio, ognuno pagando biglietti intorno ai 190 mila dollari.
13 ottobre 2004



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