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A Torino 'La memoria della scienza'


Strumenti, libri, modelli anatomici, oggetti di tecnologia, animali, collezioni di paleontologia e mineralogia in una mostra che celebra il sesto centenario dell'ateneo torinense
Chi non lo avesse ancora fatto, ha ancora quasi un mese a disposizione per visitare la bellissima mostra 'La memoria della scienza. Musei e collezioni dell'Università di Torino', in corso fino al 30 novembre all'Archivio di Stato di Torino.

Il percorso espositivo mette in evidenza l'importanza dei patrimonio scientifico e storico dei musei e delle collezioni dell'Università di Torino e si articola nelle quattro sale al piano terra dell'Archivio di Stato, dove sono presentati circa 250 tra preparati museali, strumenti scientifici, opere d'arte, libri, documenti che rappresentano la testimonianza materiale di un passato culturale prestigioso dell'ateneo.

La mostra è stata concepita come una vetrina della storia dei sapere scientifico torinese, visto attraverso le collezioni che sono state accumulate nel corso di quasi trecento anni. Nel Settecento nasce l'Orto Botanico e un primo nucleo di collezioni si riunisce a formare il 'Museo Accademico', che nel corso dell'Ottocento dà origine a musei distinti e sempre più ricchi: di Zoologia, Anatomia, Geologia e Paleontologia, Mìneralogia. A questi musei, degni di una vera capitale, si sommano il Museo Lombroso e, successivamente, quello di Antropologia ed Etnografia.

Tra gli oggetti in mostra, numerose le cere e le macchine anatomiche e altri modelli del corpo umano: da quelle dei fiorentini Francesco e Carlo Calenzuoli risalenti agli anni '30 dell'Ottocento, alla eccezionale statua in cartapesta realizzata a Parigi nel 1830 da Louis-Jérome Auzoux e scomponibile in 129 parti che è il più antico esemplare conosciuto.

Tra i reperti più preziosi del Museo di antropologia e etnografia, lo 'Zemi' delle Antille di età precolombiana rinvenuto alla fine dell'800 in una caverna di Santo Domingo e la scultura 'Nuovo mondo'. Lo Zemi è una sorta di idolo protettivo; quello di Torino è l'unico che si conosca realizzato in cotone e con all'interno un cranio umano.

Numerosi anche gli esemplari zoologici: tigri, elefanti, bisonti, ippopotami, ecc. che sembra servirono anche a Salgari per descrivere questi animali nei suoi romanzi. Esposte anche due mummie, una delle quali raccolta in Sudamerica da Filippo De Filippi, direttore del Museo di Zoologia alla metà dell'800, durante un viaggio di studio intorno al mondo con la corvetta 'Magenta'.

Di grande interesse anche gli erbari e i disegni botanici come gli acquerelli dei 64 volumi dell'Iconographia Taurinensis' eseguiti tra il 1752 e il 1868.

Sul versante delle tecnologie, troviamo in mostra uno dei motori elettrici che vanta pretese di primogenitura al mondo: è quello che Giovanni Domenico Botto realizzò nel 1834-36. Di grande interesse la descrizione dell'impresa del traforo ferroviario del Fréjus realizzato dal 1857 al 1870 e lungo 13.636 metri. Lo scavo fu terminato con 12 anni di anticipo sul previsto per l'introduzione della perforatrice ad aria compressa di Sommellier; basti pensare che per i primi 700 metri di scavo a mano erano occorsi quattro anni mentre le perforatrici realizzavano lo stesso lavoro in 700 ore.

L'ingresso alla mostra è gratuito; sono previste attivìtà didattiche per le scuole. Orari: da mercoledì a domenica ore 10-18; il martedì fino alle 21.

I curatori sono: Dario Cantino, Michela Di Macco, Giacomo Giacobini e Giovanni Romano. Gli enti promotori sono: Unìversità di Torino; Comitato regionale per le celebrazioni dei sesto centenario dell'Università di Torino; Archivio di Stato di Torino; Regione; Provincia-Città di Torino; Fondazione CRT.
09 novembre 2004



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