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Tutto al mondo intorno al clima malato


Al congresso di Buenos Aires si cerca di capire perché il mondo suda sempre di più: autunni caldi; stagioni che spariscono; mari che si tropicalizzano; ghiacci che si sciolgono.
Il clima sembra impazzito e tutto, secondo la maggior parte degli addetti ai lavori, per colpa di attività umane ad alto impatto, quella dei trasporti prima su tutte, con milioni di tonnellate di gas serra immesse nell'atmosfera. Per fare il punto della situazione e mettere nero su bianco la ricetta per le cure immediate e future, fino al 17 dicembre Buenos Aires ospita la decima conferenza delle parti firmatarie della Convenzione di lotta al cambiamento climatico ratificata da 189 nazioni. Un'edizione che vale oro, questa del 2004, con all'attivo il Protocollo di Kyoto, che entrerà in vigore il prossimo 16 febbraio dopo il sì fondamentale della Russia. E al Protocollo sarà dedicata un'intera sezione. Nella riunione si discuterà anche di rafforzamento delle risorse della Convenzione, di incrementare il trasferimento del know-how tecnologico anti gas serra e di fare il punto sullo sfruttamento del territorio e l' impatto sul clima, riforestazione e incentivazione di sistemi di assorbimento della Co2, principale dei gas climalteranti.

Negli ultimi 25 anni la temperatura media è aumentata di 0,6 gradi mentre le temperature medie globali, per gli scienziati, sono destinate a salire fino a 5,8 gradi entro il 2100. Secondo gli scenari, per il 2020 le nevi del Kilimangiaro potrebbero essere solo un lontano ricordo, mentre i ghiacciai del Montana potrebbero sparire entro il 2030. Dal 2050, poi, il Mare Artico potrebbe non avere più ghiaccio in estate. Nell'Europa occidentale le zone ricoperte da ghiacciai sono diminuite del 40% e il volume del ghiaccio di oltre la metà a partire dal 1850.
Gli effetti di questa situazione arriveranno fino a casa nostra. Secondo studi Enea, per colpa dei guasti provocati al clima, il Mediterraneo al 2090 è destinato a salire di 18-30 centimetri (con picchi di 70 nell'Alto Adriatico) spazzando via 4.500 chilometri quadrati di aree costiere e pianure. Conseguenze dirette si cominciano già ad osservare negli animali: così le tartarughe marine della Florida quest'anno hanno deposto le uova con 10 giorni di anticipo rispetto al passato mentre le stagioni saltano e se in 20 anni l'anticipo sulla primavera è stato di 20 giorni, le escursioni termiche del 2004 hanno posticipato in Italia la stagione degli amori fino a 25 giorni. Intanto i mitili si sono spinti fino alle acque del Polo Nord mentre un'indagine su circa 1.100 specie di piante ed animali dimostra inoltre che il riscaldamento globale potrebbe eliminare fra 15 e 37 per cento delle specie entro il 2050. Senza contare l'effetto catastrofi: tifoni e uragani sono 3-4 volte maggiori per frequenza e intensità rispetto a 10-15 anni fa. Uno shock, quello del clima, che inciderà anche sulle abitudini alimentari: così si avranno sempre più vini da dessert mentre gli ulivi potrebbero comparire in Germania.

Tutta una serie di elementi, questi, che saranno acquisiti dalla Conferenza mondiale di Buenos Aires che alternerà adempimenti formali (elezione del presidente e dichiarazione del segretario esecutivo e resoconto sullo stato dell'arte della ratifica del protocollo di Kyoto in apertura) a confronti tecnici fino alle giornate finali di dibattito ministeriale.

13 dicembre 2004



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