Newton
 Newton.club  
 Utente:  
 Password:
Registrati  
  METEO | ANNUNCI | TRAFFICNEWS
Cerca nel sito nel web con
Primopiano Speciali Curiosità Archivio Recensioni Newton
 news
 appuntamenti
 video del mese


 quiz d'intelligenza
 test
 domande/risposte
 sondaggio
 scommetti sul futuro

 video e audio
 download
 link
 arretrati

 libri del mese
 libri per ragazzi
 libri in pillole

 in edicola
 newsletter
 abbonamenti
 abbonamenti estero
 newton nel mondo
 allegati

CONTATTACI   PUBBLICITA'
Altre news
Il tappeto volante (mini) esce dalla fantasia e entra nella realtà
Arriva un pronto soccorso naturale ripara-muscoli
Il subcontinente indiano patria dei rifiuti elettronici
Primo volo dell'aereo sperimentale Boeing "tutt'ala"
Archivio
  2007
  2006
  2005
  2004
  2003
  2002
News
Nel cervello un "navigatore" che aiuta ad orientarci


Questa sorta di GPS naturale è stato individuato nella zona posteriore del cervello, cosiddetta corteccia entorinale, che è la prima a manifestare danni in caso di Alzheimer
Scoperto nel cervello un "navigatore interattivo" che ci segnala in ogni momento dove ci troviamo e in che direzione ci dirigiamo, anche se i nostri occhi non puntano continuamente in quella direzione ed è in grado di elaborare la distanza che ci separa dall'arrivo in base alla velocità del nostro moto.
Secondo quanto riferito dall'italiana Francesca Sargolini della University of Science and Technology a Trondeim, in Norvegia, il navigatore si trova nella zona più posteriore del cervello, la corteccia entorinale (indicata nella foto).

Lo studio, effettuato sui topi, è importantissimo perché nel morbo di Alzheimer questa è di solito la prima zona cerebrale a manifestare danni neurologici e conoscerne il funzionamento potrebbe indirizzare verso strategie terapeutiche.
La scoperta, ha spiegato la Sargolini, segue un precedente lavoro pubblicato sulla rivista Nature in cui si dimostrava l'esistenza, sempre nella corteccia entorinale, di una sorta di mappa di navigazione che, come la cartina di una città, ci dice esattamente dove ci troviamo in ogni momento.

Secondo gli ultimi risultati, sempre grazie a studi sui topi, si tratta però molto più che di una mappa ma di un vero e proprio meccanismo di navigazione che ci indirizza anche se non puntiamo lo sguardo sempre nella direzione che vogliamo raggiungere.
L'orientamento è una facoltà importante che ci aiuta in ogni attività quotidiana. Lo scorso anno, ha ricordato la ricercatrice italiana che si è laureata in Biologia all'Università la Sapienza di Roma, il suo stesso team diretto da May-Britt Moser pubblicava un lavoro che ''rappresenta una pietra miliare nelle neuroscienze''.

La ricerca dimostrava l'esistenza nel cervello di una mappa di navigazione creata da tanti tasselli di uguale dimensione paragonabile alla cartina di una città, ha spiegato la Sargolini, in cui i diversi quartieri le strade sono racchiusi in riquadri, e questo sistema permette di localizzare con facilità un indirizzo preciso all'interno di un intricato sistema di vie e viuzze.
Questa carta sembra esistere nella corteccia entorinale, dove i neuroni si attivano in punti precisi dello spazio percorso dagli animali, e questo pattern di attivazione forma una griglia estremamente regolare, ha precisato la Sargolini.

Ma ora i nuovi risultati dicono che il nostro cervello ci offre un sistema di navigazione molto più sofisticato: ''rispetto ai lavori precedenti - ha detto la neuroscienziata italiana - abbiamo ora aggiunto due importanti informazioni che ci hanno permesso di andare più a fondo nel caratterizzare la mappa spaziale presente nella corteccia entorinale''.
E' emerso che accanto ai neuroni che formano la cartina (cellule "grid" dall’inglese griglia) esiste una seconda popolazione di cellule nella corteccia entorinale, la cui funzione è ugualmente legata all'orientamento spaziale. Queste cellule (head-direction cells o cellule della direzione della testa) si occupano della direzione dei nostri movimenti: esse di attivano quando la testa dell'animale è orientata in una ben precisa direzione, e forniscono quindi un'informazione essenziale rispetto alla direzione intrapresa durante l'esplorazione dell'ambiente.
Inoltre, una parte consistente dei neuroni appartenenti al "navigatore" sono in grado di integrare l'informazione rispetto alla posizione dell'animale nello spazio (dove sono) e l'informazione sulla direzione del cammino (dove vado), e questo rappresenta il substrato neurologico della capacità dei mammiferi di orientarsi in ogni ambiente.

Questo sistema sofisticato è poco sensibile ai cambiamenti esterni, ha sottolineato la Sargolini, funziona quindi come una sorta di carta universale dell'ambiente che permette agli individui di non perdersi anche quando gli elementi che costituiscono l'ambiente variano. Insomma questo sistema di navigazione dà la capacità di orientarsi senza fare affidamento a elementi esterni.
La sua importanza si può capire con un esempio, ha detto la ricercatrice: un calciatore può correre verso la porta avversaria senza la necessità di vederla continuamente, né si perde se gli altri giocatori intorno a lui cambiano posto. Ciò avviene grazie ai neuroni della corteccia entorinale, che segnalano al calciatore in ogni momento dove si trova e in che direzione si dirige.
La corteccia entorinale esiste anche nel cervello umano con caratteristiche anatomiche simili a quelle dei roditori e degli altri mammiferi, ha precisato l'esperta. ''Questo lavoro apre la strada ad una funzione completamente nuova della corteccia entorinale e potrebbe assumere una valenza importante soprattutto in relazione a diverse patologie.

19 maggio 2006



Copyright 2008 © Rcs Periodici Spa - Direttore Responsabile: Giorgio Rivieccio
Per la pubblicità contatta RCS pubblicità SpA - P.IVA:09649920155