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  • La camera a bolle Gargamelle, un enorme rivelatore di particelle, ha permesso di trovare la prima traccia dell'unificazione tra la forza elettromagnetica e la forza debole, responsabile della radioattività.

    IERI
    Gargamelle, che ha preso il nome da un personaggio dello scrittore del '400 François Rabelais, era un'immensa «camera a bolle», un rivelatore che permetteva di visualizzare le tracce lasciate dalle particelle.
    Pesava circa 1000 tonnellate ed era riempita di 18 tonnellate di freon liquido.
    Le sue enormi dimensioni erano necessarie per aumentare le probabilità di intercettare i neutrini, le particelle più elusive, prive di carica elettrica e di massa quasi nulla.
    Entrata in servizio nel 1971, Gargamelle ottenne un primo risultato importante confermando che il protone è formato da sotto-particelle, i quark.
    Nel luglio 1973, il gruppo di studio guidato da André Laguarrigue, annunciò che la camera a bolla aveva rivelato le correnti neutre.
    Fu la prima grande scoperta del Cern.
    Un'osservazione che apriva la strada verso una nuova fisica, quella dell’unificazione delle forze.
    Iniziata alla fine dell'Ottocento con l'unione di elettricità e magnetismo da parte del fisico scozzese James Clerk Maxwell, la teoria dell'unificazione delle forze prevede che alle alte energie che regnavano subito dopo la nascita dell'universo, tutte le forze erano unite in una sola e si sarebbero poi differenziate in seguito.
    Le «correnti neutre» individuate da Gargamelle sono una manifestazione della forza debole, che prova l'unificazione della forza elettromagnetica con la forza debole.


    L'esperimento CNGS prevede l'invio di un raggio di neutrini mu dal Cern ai laboratori italiani del Gran Sasso. L'obbiettivo è misurare la massa di queste particelle.

    OGGI
    Ancora oggi per studiare i neutrini si utilizzano giganteschi strumenti, riempiti di gas che vengono esposti a fasci provenienti da acceleratori di particelle.
    In questi anni sono in costruzione due nuovi, enormi strumenti di ricerca: Opera e Icarus.
    Verranno installati in Italia, sotto il Gran Sasso, nei Laboratori dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare, e riceveranno un fascio di neutrini proveniente da Ginevra, dagli acceleratori del Cern. Lo scopo della ricerca, chiamata Cngs (Cern Neutrinos to Gran Sasso), è studiare le oscillazioni dei neutrini.
    Quando tutto sarà pronto, nel 2006, l'acceleratore SPS del Cern invierà un fascio puro di neutrini solo di tipo mu sotto la crosta terrestre verso i due rivelatori posti nel laboratorio del Gran Sasso, a 730 chilometri di distanza.
    Se i rilevatori del Gran Sasso riceveranno non solo neutrini mu, ma anche neutrini degli altri due tipi, tau o elettronici, allora sarà confermato che i neutrini oscillano da una forma all’altra, come previsto dalle teorie.
    Se gli scienziati riusciranno a misurare la massa del neutrino, potranno anche scoprire di cosa è fatta una parte della massa mancante dell’universo, la massa invisibile e sconosciuta che rappresenta oltre il 90 per cento di tutta la materia del cosmo.